martedì 3 novembre 2009

dell'importanza personale

espressione:


spr: e' una radice comune a molte parole ed in concreto risulta nel cavo orale un movimento forzato dell'interno verso l'esterno.
il suono spr ricorda lo sputo o il rumore di intestini e qui si accorda in sostanza al suono riprodotto dall'organo di fonazione.
piu' che un suono e' una sequenza: possiede una sede profonda ed attraverso una strozzatura guadagna lo spazio esterno in modo vigoroso e persistente. attraversa una dimensione interna per giungere cosi' scientemente all'esterno con discernimento e proprieta' .


es: magico suono non completamente deciso. un po' sottinteso. ricordo di un momento indiviso di partecipazione. verbo ma ancora non detto ancora non fatto.


Io: Devo dire, se posso. di quanto l'oggetto sia discosto dal soggetto per lo meno quanto io e' diverso da me.
ma quanto io e' discosto da se'? se al quale appartengo, non come io, piuttosto come una gamba che appartiene a me ma non ha vita propria.
Continuo a dire comunque io, io , giustificando con il suono, tutte le inesattezze linguistiche che formano la gabbia la cui chiave e' proprio questa: io.
Io piango io rido io amo..... nientedimeno. Ed e' ridicolo il trasporto che mi prende quando insinuo che sono proprio io ad amare a ridere a piangere... la gabbia intelligente che si adatta alla media degli eventi ma che davanti allo stress cade come un velo rivelando ancora zanne ed artigli e zampe e sputi come se il fuoco che rende sicure le caverne non fosse mai stato scoperto.
devo prendere le distanze da quest'io cosi' inadeguato a rappresentarmi. Scusami,.... non ero io,... non ero in me ....non so cosa mi abbia preso.... Chi era allora? Quale bestia avrebbe potuto comportarsi cosi' se non io.
Potro' mai abolire la prima persona singolare? che accadra' al linguaggio? mio, me, io cosa sono? pronomi personali nel senso che sono si/no-nimi di un significante indeterminato se non nel nome ma certo non io...che tipo di estensioni e di quale emanazione? cio' che emana io qual'e' ? io sono oggetto di cosa? nello specchio mi riconosco ma nello specchio ce' un riflesso, un'immagine e so che l'oggetto corporeo al quale mi riferisco dandomi dell'io lo e' solo marginalmente.
Sono molto piu' io i lividi che mi sono procurato sbattendo anche violentemente contro le sbarre della gabbia che contiene quest'energia che indaga e che si vuole evincere da zanne artigli e sputi e che la gabbia non lascia libero di farlo.
Addirittura e' stato convenuto che penso! che sono perche' penso! Oppure sono quando azzanno?


ne: negazione. particella negativa capace di proprieta' incredibili.
Da solo questo suono e' franco, equidistante tra qui e li' tra adesso e dopo, l'incapacita' di fuorviare un intento ovvero la volonta' di perseguirlo.
In sua presenza qualsiasi proposizione si annulla. artificio linguistico per avvocati e quant'altro, per argomentare capziosamente, vettore di sterilita'.
quindi espressione: Tutte cazzate
non si puo' esprimere un bel niente tutte cazzate.
l'autoreferenza inficia la virtu' (in greco areté. la virtù della perseveranza che ha la particolarità di essere necessaria a tutte le altre) dell'esprimersi.

2 commenti:

  1. Mi piace molto sai questo titolo "la battaglia intravista" , perchè questo "in tra vedere" è forte e porterà i suoi effetti , e i suoi sviluppi.E' un pò come essere già lì a vedere molto di più di quel che si pensa di stare osservando.

    Per sfuggire agli inconvenienti linguistici, come sai, Lacan si era dato un gran da fare producendo il suo grimloir (si scrive così?)molto adatto al francese che permette molti giochi di parole.( daltronde la tradizione della cabala fonetica in Francia ha trovato un buon terreno, cabala da caballus, veloce, non la kabbala.
    Così lui parla della "la lingua" e della "lalingua", una paterna e una materna...

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  2. mi piace molto questa storia di la lingua e lalingua ed ovviamente lalingua e' materna; viene dalla lallazione e da una protolingua fatta di premiti intestinali, di schiocchi subvocali, di gemiti e fischi prodromici a parole, parole senza senso pronunciate nella 'la lingua' del padre e verso il padre, esterno estraneo all'ambiente pr-otetto pr-ivato della protolingua non piu' li' e non ancora qui.

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