l'algoritmo di decodifica del flusso di dati tra coscienza e salienza (il fattore principale che modula il processo attenzionale) e' ostacolato nella sua connessione dai continui richiami ad un modello di costrutto iniziale non piu' esistente tanto che i calcoli raggiungono dimensioni tali da rendere impossibile l’implementazione di un oggetto cognitivo maggiore dell'Io. si conclude che è probabile una situazione di conflitto tra le funzioni di gestione dei valori di riferimento temporo-spaziali e l'originario scopo per cui era stato studiato tale algoritmo. in mancanza della funzione autoreferente il processo richiede un tempo irrisorio e l'hardware in dotazione e' piu' che adeguato. l’ottimizzazione dell' attenzione e la gestione più raffinata della risorsa di calcolo permetterebbero di sfruttare al meglio l’alta velocità della connessione. in assenza di interventi il sistema tendera’ a generare insiemi nidificati (collezionismo).
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